Cinema Jolli2 – via Emilia 7A – S. Nicolò (PC)
lunedì 7 febbraio ore 21,00
Nel 1954 il CAI (Club Alpino Italiano) patrocina una spedizione, diretta dal geologo Ardito Desio, che riuscirà, per la prima volta, il 31 luglio, a raggiungere il K2 nella subcatena del Karakorum. Fu impresa difficilissima perché, oltre a scalare gli 8608 metri della seconda vetta più alta del mondo, per raggiungere il campo base (situato a 4970mt), bisognava compiere a piedi una marcia di avvicinamento di 240km, attraversando fiumi su zattere, ponti di vimini sospesi, e superare due ghiacciai con seicento portatori. A nove anni dalla fine della guerra, era anche la dimostrazione agli italiani e al mondo che l’Italia poteva lasciarsi alle spalle il ricordo della sconfitta.
Al seguito della spedizione era l’operatore e regista Mario Fantin, già conosciuto per le sue imprese fotografiche e cinematografiche in ambito alpinistico. Le riprese furono realizzate utilizzando varie cineprese 16mm, un cavalletto per dare stabilità alle immagini e pellicola 16mm Kodachrome. Fantin effettuò tutte le riprese fino a 6560 metri, poi fu obbligato a fermarsi e istruì gli alpinisti che poterono così documentare la parte finale della scalata. Mai in precedenza riprese cinematografiche erano state effettuate a tali quote.
Al ritorno della spedizione, il CAI affidò la regia del film al trentino Marcello Baldi, documentarista d’esperienza che aggiunse alle immagini un controcanto girato in Italia e due voci off. La prima di Italia K2 avvenne il 25 marzo 1955, alla presenza del capo dello stato Luigi Einaudi. Il film ebbe un notevole successo, incassò 360 milioni di lire, poco meno di Grisbì di Becker e poco più del Delitto perfetto di Hitchcock.
“Lavorando al film ci siamo innamorati delle immagini di Mario Fantin, bolognese, di cui nel 2021 è ricorso il centenario” racconta il direttore della Cineteca di Bologna Gian Luca Farinelli. “Il restauro restituisce tutta l’emozione alle immagini girate da Fantin e all’impresa compiuta dagli uomini della spedizione, gli alpinisti e i ricercatori italiani, gli hunza, i pakistani, i portatori baltì. Le immagini sono così potenti che si ha la sensazione di assistere al compimento dell’ultima odissea umana sulla terra. E le riprese ci fanno ritrovare lo sguardo etico di Fantin, capace, in condizioni impossibili, di trovare sempre l’inquadratura giusta, quella che ci racconta lo spirito profondo di quest’avventura, il rapporto tra l’uomo e la natura, la bellezza suprema delle montagne, la sfida umana per superare i propri limiti”.
In accordo con la Cineteca del CAI, abbiamo pensato di presentare una versione di Italia K2 realizzata con le sole immagini di Fantin, senza commento parlato, con sottotitoli che raccontano gli aspetti salienti dell’azione, recuperando le musiche per coro e orchestra scritte, all’epoca, dal maestro Teo Usuelli. Il restauro restituisce tutta l’emozione alle immagini e all’impresa compiuta dagli uomini della spedizione, gli alpinisti e i ricercatori italiani, gli hunza, i pakistani, i portatori balti. Le immagini sono così potenti che si ha la sensazione di assistere al compimento dell’ultima odissea umana sulla terra. E le riprese, liberate dalla retorica dell’epoca, ci fanno riscoprire lo sguardo etico di Fantin, capace, in condizioni impossibili, di trovare sempre l’inquadratura giusta, quella che ci racconta lo spirito profondo di quest’avventura, il rapporto tra l’uomo e la natura, la bellezza suprema delle montagne, la sfida umana per superare i propri limiti. (Gian Luca Farinelli – Presidente della Cineteca di Bologna).