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11 Luglio 2022

Cavallerizzi in trasferta – MONTE PELLEGRINO MISTERIOSO

Mancavo dalla Sicilia dal marzo 2020, esattamente dal 12 marzo: la pandemia si stava espandendo velocemente e con lei tutte le restrizioni. Dopo una settimana di arrampicata ero riuscito a salire sull’ultimo volo per Linate e rientrare a casa prima della chiusura totale degli aereoporti.

Finalmente e dopo vari rinvii, a inizio maggio sono riuscito a ritagliarmi una settimana per scendere a Palermo e passare qualche giorno con Luigi, amico di vecchia data, per farmi trascinare in qualche progetto.

La parete dello Schiavo, nel parco della Favorita

Luigi è molto legato alla tradizione, nel senso che ha una vera passione nel ricercare, scovare e ripristinare vecchi itinerari, con il gusto di andare a mettere il naso dove magari solo gli apritori della via erano passati. Naturalmente con uno stile rispettoso per quelli che sono stati i suoi maestri (Roby Manfrè sopra tutti), cioè protezioni veloci, clessidre e chiodi normali perchè “con il trapano tutti bravi sono…”

Questa volta ci siamo dedicati al Monte Pellegrino, “il più bel promontorio del mondo”, una montagna complessa e piena di pareti su ogni suo versante ma che ha il grosso vantaggio di trovarsi praticamente in città. La curiosità è arrivata dalla scoperta di una scritta misteriosa trovata per caso da Luigi durante una perlustrazione sulla parete del Pizzo Ferro, a sinistra dello Schiavo.

La parete dove sale DIEDROFILIA sulla sinistra del grosso buco al centro della foto

Ad una attenta analisi la scritta nascondeva la parola DIEDROFILIA e poteva trattarsi di una via aperta dal nostro amico Fabrice Calabrese dopo l’uscita della guida CAI TCI (2000). Non potevamo non andare a vedere…

La scritta misteriosa

In uno scampolo di pomeriggio abbiamo risalito la prima parte della via eseguendo un lavoro di pulizia accurato e lasciando qualche cordone in clessidra a segnare la direzione (in posto abbiamo trovato solo due cordoni).

La parte iniziale della prima lunghezza
Perplessità in sosta
Nel diedro rosso del secondo tiro
Il diedro rosso dopo un sapiente lavoro di giardinaggio “on sight”

Purtroppo non siamo riusciti a completare tutta la salita e ci siamo ripromessi di tornare una dei giorni successivi; i due tiri percorsi sono comunque piacevoli, soprattutto il diedro rosso della seconda lunghezza.

Non avevamo fatto i conti con il meteo, che nella seconda parte della settimana non è stato dalla nostra e ci ha costretti ad un “Piano B” che prevedeva salite più brevi e tranquille nella zona della falesia di Valdesi.

La bella roccia di Valdesi

Valdesi è una falesia spettacolare dove non ci si stanca mai di scalare, con una roccia incredibilmente lavorata che offre tutti gli stili possibili: placche verticali e appoggiate, strapiombi a buchi e canne, vie di più tiri. Inoltre si parcheggia l’auto a circa 20mt dalla parete, una comodità assoluta…

Poco a destra della falesia si trova lo Spigolo di Valdesi che ospita una delle salite più classiche di tutta la Sicilia, la “Via del Bunker” (L. Di Giorgio e G. Galluzzo, 1947), molto divertente e piacevole.

Foto alla Jim Bridwell sotto allo spigolo del Bunker
L’elegante arrampicata sullo Spigolo del Bunker
“No and rest” per Alessandro
In partenza per l’ultimo tiro del Bunker

Un’altra bella possibilità è la via “Ultima Freccia”, che si trova 50mt a destra dello spigolo e può essere una valida alternativa allo stesso. Interamente attrezzata su clessidre, offre una bella e piacevole arrampicata.

ULTIMA FRECCIA: la prima lunghezza si insinua tra un dedalo di fichi d’india
ULTIMA FRECCIA: la parte finale

Per andare oltre l’arrampicata questa volta vi consiglio tre possibilità fuori dagli itinerari più turistici e conosciuti:

Il Museo Etnografico Pitrè si trova al Parco della Favorita a fianco della bellissima Palazzina Cinese e raccoglie una bella e completa testimonianza delle tradizioni siciliane.

L’ingresso del Museo Pitrè

Sempre a Palermo consiglio una visita alla chiesa romanica di S. Spirito, la più antica della città, e al cimitero monumentale che la circonda.

Il Cimitero di S. Spirito

Spostandoci fuori Palermo verso Termini Imerese, vale la pena una visita all’area archeologica di Himera, con tempio, necropoli e antiquarium.

Eugenio

Himera
Le pareti di Monte Gallo

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