Negli anni mi sono costruito un mio particolare elenco delle vie che mi piacerebbe ripetere. Particolare perchè ad ogni via è abbinata una sigla: DF (da fare) e DFA (da fare assolutamente).
Tra le mie DFA c’è proprio “La Rossa e il Vampirla” al Pilastro Lomasti, via di riferimento aperta da Lino Castiglia e Mauro Cordero nel 1987. Erano gli anni in cui si cominciava ad attrezzare vie lunghe interamente a spit calandosi dall’alto, alla ricerca della roccia migliore per un’arrampicata più legata all’estetica che alla prestazione.
Questa via è diventata velocemente un “must” per la bellezza dell’arrampicata sempre molto tecnica, i gradi non eccessivamente impegnativi e la notevole qualità della roccia, uno gneiss solidissimo ricco di tacche e buchi che rendono l’arrampicata al Pilastro davvero particolare.
In tanti anni ero riuscito ad andare al Lomasti una sola volta senza riuscire a ripetere “La Rossa”, ci volevano le giovani “scimmie forti” per uscire il nonno e portarlo a prendere aria…
Le aspettative non sono andate deluse: la via è davvero bellissima, una di quelle salite che volentieri si andrebbe a rifare almeno una volta l’anno!
LA ROSSA E IL VAMPIRLA
L. Castiglia e M. Cordero, 1987 (via attrezzata dall’alto)
200mt, 6b (6a obbl)
Materiale: via interamente attrezzata a fix inox e soste di calata inox. Per una ripetizione portare 15 rinvii, 2 mezze corde da 60mt.
Relazione: dalla scritta salire la placca a piccole tacche fino ad uno spiovente, rimontarlo e con passo delicato spostarsi a sinistra ad un diedrino accennato per poi tornare a destra verso un diedro sporco. Non entrare nel diedro ma salire diritti sulla linea dei fix alzandosi a raggiungere un grosso appiglio poco visibile da basso. Portarsi ora verso lo spigolo a sinistra, aggirarlo proseguendo per placche e gradoni fino ad un terrazzo con alberi. Salire ancora qualche metro per lame fino alla sosta (50mt, 6a. Tiro lungo dove servono 15 rinvii).
Proseguire per placca compatta obliquando verso destra (ignorare i fix della via BAMBI che vanno a sinistra) mirando al punto più basso del gradino superiore. Alzarsi con difficoltà (passo poco intuitivo) fino ad afferrare una una buona lama, rimontarla e seguirla in orizzontale verso sinistra. La lama prosegue poi verticalmente; la si sale per poi lasciarla proseguendo sulla placca alla sua sinistra superando un ultimo tratto verticale e raggiungendo la sosta (30mt, 6a+).
Diritti sopra la sosta per placca fino ad un grosso buco (fix distanziati). Proseguire fino alla base di un muretto leggermente strapiombante che si supera su buoni buchi uscendo verso sinistra con un allungo. Si continua per bella placca tecnica fino alla base di una fessura (30mt, 6a+).
Salire l’evidente fessura un pò sbilanciante uscendo su una comoda lama che porta verso sinistra. Breve tratto appoggiato, poi muretto più verticale e delicato su buchi e cristalli fino a comoda sosta su cengia (30mt, 6b).
Si continua su placca compatta con qualche buco fino ad un muretto più verticale che richiede un pò di impegno. Raggiungere una cengia che si segue a sinistra. Non salire lungo la rampa diedro superiore (via BAMBI, fix in comune) ma aggirare lo spigolo a sinistra e traversare ad una fessura. Un ultimo tratto in placca porta alla sosta (30mt, 6a).
Muretto iniziale sulle dita per proseguire con difficoltà via via più semplici fino al termine della via (30mt, 6a+).
Discesa: in doppia sulla via. con le mezze corde da 60mt servono quattro calate per ritornare alla base.
Fede, Franci, Matte, Euge (23.10.2021)