3° BIKE & OUTDOOR FESTIVAL VAL TIDONE – 10 settembre 2023
1 Agosto 2023
ROKKARADUNO-16/17 settembre 2023
17 Agosto 2023

Cavallerizzi in trasferta – GRANITOMANIACI

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Amo il granito. Mi piacciono le sensazioni al tatto, i colori, le forme che riesce inaspettatamente a regalare e il tipo di arrampicata che offre: a volte rude e fisica e in alcuni casi solo fatta di delicati equilibri.

Vi propongo tre salite per l’estate/autunno, fuori dai posti più alla moda e diverse tra loro come tipologia, ma tutte su roccia impeccabile e panorama a cinque stelle.

CIMA DI BARBIGNANA

La Cima di Barbignana è stata una bellissima sorpresa: trovare una parete di 200m lavorata con i caratteristici “knobs” che solo la tonalite adamellica sa regalare è davvero tanta roba! La via offre una scalata inusuale per il granito, molto divertente e su roccia ottima, con prese di ogni dimensione che sembrano appiccicate alla parete. La chiodatura è molto distanziata e questo fa un pò la differenza; nonostante le difficoltà non siano alte occorre un pò di esperienza e malizia nel proteggersi, soprattutto sfruttando anche i funghi più sporgenti con cordini a strozzo. L’avvicinamento è una bella sgambata ma vi assicuro che ne vale la pena.

la parete est della Cima di Barbignana vista dal Passo delle Basse

Cima di Barbignana

PEYOTE

G. Tomasoni, P. Abondio, R. Steinhilber, 2016

200mt, 6a (5c obbl)

Materiale: via attrezzata a fix inox abbastanza distanziati, con soste attrezzate con maillon di calata. Per una ripetizione portare 2 mezze corde da 60mt, 12 rinvii, serie di friend fino all’1BD, dadi medio piccoli, cordini e fettucce.

Bella via su una parete con granito davvero incredibile, cosparso di funghi di tutte le dimensioni. Offre un’arrampicata davvero particolare e inusuale per questo tipo di roccia; la via è attrezzata a fix abbastanza distanziati, occorre integrare le protezioni con dadi, friend e cordini da utilizzare sui funghi più lavorati.

Accesso: risalire la Val Camonica raggiungendo il paese di Paspardo. Dal paese seguire le indicazioni per il Rifugio Colombè (strada a pagamento con tiket di 5,00€. Si trova una colonnina a fianco del municipio o all’inizio della strada consortile). La strada sale stretta e ripida fino al rifugio dove si lascia l’auto; in alcuni punti il fondo è sconnesso e occorre fare un pò attenzione con auto basse. Dal rifugio si prosegue lungo la sterrata in direzione del bivacco Pian del Campo e del Passo delle Basse. Giunti al bivacco si prende la deviazione verso destra in direzione del passo (sentiero 117). Si raggiunge una dorsale erbosa che si risale per buona traccia fino ad un tratto attrezzato con gradini e catene. Superato questo tratto il sentiero fa un lungo traverso a mezzacosta verso destra su pendio erboso ripido, raggiungendo il Passo delle Basse. Dal Passo si ha un’ottima visuale sulla parete est della Cima di Barbignana. Si scende lungo una traccia a mezzacosta verso sinistra (bolli arancio) che porta con alcuni saliscendi a ridosso della parete. Continuare a seguire la traccia lungo la parete fino ad arrivare al punto di attacco (targhetta metallica con nome della via). Dal rifugio Colombè calcolare 2/2,30h.

granito plutonico

Si sale in verticale la placca a grossi funghi fino a raggiungere la base del tetto. Traversare a sinistra con passi delicati fino a superare il tetto nel suo punto di discontinuità, con passo atletico su buone prese. Continuare ora in verticale fino alla sosta (L1, 30m, 6a)

In verticale su fungoni fino ad un fix con cordone. Da qui traversare lungamente a sinistra e rimontare una cengia con rododendri con l’aiuto di una corda fissa. Tre metri a destra si trova la sosta (L2, 35m, 5c)

Salire la fessura a destra della sosta con passo atletico in partenza e continuare in verticale seguendo sempre la fessura fino ad una cengia. Continuare per il bel muro superiore tirando leggermente verso destra superando un paio di muretti fino ad una cengia (sosta di calata) dove occorre spostarsi qualche metro a destra per raggiungere il punto di sosta della via (L3, 30m, 6a).

Salire in verticale sopra la sosta per placca entusiasmante lavorata a funghi di ogni dimensione, che finisce contro ad una cengia piena di mughi che si risale con l’aiuto di una corda fissa. La sosta si trova due metri a sinistra (L4, 30m, 5c).

In verticale a sinistra della sosta superando due muretti separati da una cengia erbosa. Raggiungere la sosta in prossimità di un profondo intaglio (L5, 25m, 5c).

Salire la crestina finale tra erba e roccia stando sulla sinistra del filo di spigolo (20m, 5b).

Panorama adamellico

AGARO

La conca di Agaro è un posto fuori da mondo, e nonostante il lago sia artificiale il luogo ha una suggestione particolare. La roccia è davvero unica, un granito scuro e tormentato con suggestive striature di quarzo che consentono la progressione. Le vie di quest’area sono quasi tutte ben attrezzate, per un’arrampicata piacevole e rilassante; quella che propongo è varia e abbastanza continua nelle difficoltà, con la ciliegina finale.

il lago di Agaro

Agaro

FREEDOM

P. Stoppini, M. Savia, A. Esposito

210m, 6a+ (5c obb)

Materiale: via interamente attrezzata con fix inox diam. 8mm; per una ripetizione portare 2 mezze orde da 60m, 15 rinvii, qualche cordino.

Arrampicata interessante e continua nei tiri più impegnativi. Roccia molto bella, davvero particolare e sorprendente.

Accesso: da Croveo proseguire in direzione Alpe Devero, superare l’abitato di Goglio e svoltare a destra seguendo le indicazioni per Ausone/Agaro. Salire la stretta strada fino all’insediamento di Ausone e proseguire su sterrata fino all’imbocco della galleria di servizio della diga ENEL di Agaro. E’ consigliabile lasciare l’auto prima della galleria per evitare complicazioni durante la sua percorrenza soprattutto nei fine settimana. Attraversare la galleria lunga 1500m (interruttore a tempo) e usciti dal tunnel percorrere l’evidente strada che sale verso la casa dei guardiani e da qui seguire il sentiero che costeggia il lago. In corrispondenza di un grosso masso prendere una ripida traccia a sinistra (ometti) raggiungendo la base della parete (dall’uscita della galleria calcolare circa 30′ di avvicinamento). I nomi delle vie sono scritti alla base.

Aderenza e spalmo sul primo tiro

Placca appoggiata a liste, con un passo in traverso a metà e arrivo in sosta tecnico (L1, 35m, 6a+)

Continuare su placca e seguire un vago diedrino con fix a destra, poi placca e un secondo diedrino più ostico. SI va poi a sinistra traversando verso il fianco del grande tetto e ristabilendosi su un bel terrazzino (L2, 35m, 6a+)

Partenza sulle dita per andare a rinviare il rpimo fix, poi bella arrampicata su tacche piccole ma nettefino al cambio di pendenza dove le difficoltà calano.Tirare verso destra raggiungendo una comoda cengia (L3, 35m, 6a)

Salire su bella placca appoggiata rimontando un breve muretto e spostarsi a destra per qulche metro fino a raggiungere la sosta (L4, 35m, 5a)

Traverso a destra, poi salire diritti superando un gradino e un tratto più ripido fino alla sosta alla base di una placca grigia compatta (L5, 35m, 5a)

Salire la bella placca cosparsa di buchi inaspettati (molto bella!) per poi piegare a destra lungo cornici che portano sotto allo strapiombo finale che si supera con una sequenza atletica su buone prese. La sosta è qualche metro a sinistra, al termine della roccia (L6, 35m, 6a)

Discesa: in doppia lungo la via.

Le placche centrali prima del tiro finale

ALBIGNA

L’Albigna è un luogo molto conosciuto e frequentato per la comodità di accesso. Se però si ha il coraggio di uscire dalla “confort zone” delle vie dello Spazzacaldera l’avventura è assicurata. Il Biopfeiler è un bel pilastro che si affaccia sul ghiacciaio del Cantone, a poca distanza dalla Capanna Albigna. Vi propongo la via MIKI, una valida alternativa alla più frequentata VIA CLASSICA, dove potersi scatenare con le protezioni veloci lungo bellissime fessure e diedri. Il granito è molto bello, ruvido e rossastro. Per cordate veloci è possibile effettuare la salita anche in giornata, grazie alla funivia che porta alla diga sotto alla Capanna Albigna.

Il profilo del Biopfeiler

Albigna – Biopfeiler

MIKI

F. Giacomelli e R. Rossi, 1980

205m, 5c

Materiale: via parzialmente attrezzata con chiodi e fix, soste attrezzate (fix e chiodi). Per una ripetizione portare 2 mezze corde da 60m, 12 rinvii, serie di friend fino a BD3.

Accesso: dalla Capanna Albigna seguire il sentiero in direzione del ghiacciaio del Cantone. Il sentiero segnato si lascia in corrispondenza di un grosso ometto, deviando a destra lungo una buona traccia (ometti) in leggera discesa. Si attraversa una pietraia dirigendosi verso il filo della morena e raggiungendo la base del pilastro. La via attacca una trentina di metri a destra della VIA CLASSICA (dal rifugio 1h circa).

La bella placca del primo tiro

Si sale una bella placca e poi per diedro fessura a destra di un grande tetto. Uscire poi a sinistra sempre lungo fessure fino ad un comodo terrazzo alla base di un diedro (S1, 40m, 5c).

Salire il diedro fessurato con bei movimenti e uscire a destra. Continuare per risalti sostandio alla base di un lungo diedro rampa (S2, 25m, 5c)

Salire inizialmente sulla placca a destra del fondo del diedro, per poi spostarsi verso sinistra e seguire il diedro fino ad una cengia (S3, 30m, 5b)

Continuare lungo il diedro per circa 10m, poi traversare in orizzontale a sinistra lungo una lama e per fessure in verticale fino ad un terrazzino (S4, 40m, 4c)

Diritti lungo fessure e lame con arrampicata atletica fino alla base del grande tetto (S5, 20m, 5b)

Traversare a destra, all’inizio quasi in discesa, rimontare un gradino e salire ad una placca piegando verso destra. Rimontare un piccolo tetto e sostare a destra su cengia con spuntoni (S6, 30m, 4c)

Diritti lungo un camino che esce in cima al pilastro (S7, 20m, 3b)

Discesa: percorsa la cresta finale per una decina di metri verso nord, ad una selletta (ometto) si scende a destra in un canale che fiancheggia ad est il pilastro. Ci si tiene sul lato sinistro del colatoio, con qualche passaggio di arrampicata e muovendosi con delicatezza tra i detriti si raggiunge la pietraia basale e si ritorna all’attacco (20′ circa).

Il diedro della seconda lunghezza

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